Elettrosaldatrice endorale New Mondani

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La saldatrice endorale è usata da 40 anni con successo in ambito libero-professionale ed è oggi finalmente accolta anche in ambiente universitario.
La saldatrice endorale è oggi prodotta e commercializzata nel rispetto delle normative vigenti.

La saldatrice endorale New Mondani è pensata per realizzare impianti a carico immediato e per migliorare i risultati in caso di realizzazione di impianti complessi dove è auspicabile un metodo di stabilizzazione aggiuntivo degli impianti.

New Mondani è concepita per permettere di realizzare in un’unica fase l’inserimento degli impianti in titanio (monofasici o bifasici), la saldatura di filo o piattina di titanio sugli abutment o sulla parte emergente degli impianti, e l’ancoraggio delle corone o delle protesi fisse. La saldatura avviene all’interno del cavo orale tramite un impulso elettrico ad elevata corrente di durata estremamente breve. Questo permette di concentrare il calore prodotto in un unico punto, senza surriscaldare i tessuti.

Il metodo di saldatura ad elevata corrente permette l’unione delle due parti in titanio tramite la pressione delle pinze ad una temperatura minore rispetto a quella di fusione del titanio (sincristallizzazione). Il calore prodotto viene in massima parte sottratto dalla pinza utilizzata per la saldatura. Il giunto metallico così realizzato ha elasticità simile a quella dell’osso e limita i micromovimenti dell’impianto favorendo l’osteointegrazione.

Il carico immediato riduce il disagio per il paziente perchè permette di applicare immediatamente dopo l’intervento (o a pochi giorni di distanza, a seconda della stabilità primaria) la protesi fissa.

(Maggiori dettagli sulle tecniche ed i campi di utilizzo descritti in seguito.)

Si tratta di un dispositivo medico certificato per l’uso all’interno della Comunità Europea. Le correnti elettriche, alle tensioni utilizzate, sono innocue per il paziente. La macchina include una serie di dispositivi di sicurezza e segnalazione che impediscono la saldatura in caso di pinza aperta e isolano completamente il paziente dalla rete elettrica.

L’intuitivo display LCD a colori permette di selezionare facilmente le impostazioni più adatte per il tipo di filo o piattina utilizzati, oltre a permettere di salvare configurazioni manuali.

Il livello di corrente, la modalità di impulso e lo stato della saldatura sono immediatamente disponibili a schermo. Un pedale permette l’attuazione con le mani libere. La macchina segnala la fase di saldatura e il momento in cui è possibile rimuovere le pinze con indicazioni a video ed un segnalatore sonoro.

La nuova pinza ergonomica permette una migliore visibilità della zona da trattare e rende più agevole la saldatura, il montaggio e la sterilizzazione delle componenti a contatto con il paziente.

Attivazione della procedura di saldatura tramite pedale o pulsante a video.

Pinza ergonomica con meccanismo di sgancio rapido dai cavi per sterilizzazione.

Pressione degli elettrodi regolabile tramite ghiera. La posizione compressa a riposo garantisce uniformità della pressione nel punto di saldatura indipendente dalla forza applicata dall’operatore.

                            Validità delle procedure di saldatura intraorale

La tecnica della saldatura endorale nacque agli inizio degli anni ‘70 in Italia ad opera del Dottor Pier Luigi Mondani che ipotizzò che la contenzione dell’impianto, realizzato con aghi di Scialom o viti monofasiche (tipo Garbaccio o Tramonte, ecc) associato al carico immediato, ne migliorasse l’efficacia e le probabilità di successo (1). Questo avveniva a seguito dell’introduzione del titanio per le protesi endorali ed in contemporanea con le sperimentazioni di viti che garantissero un migliore supporto per tali applicazioni.

Durante i successivi 40 anni, le tecniche di implantologia sono state ovviamente affinate, in particolare favorendo l’impiego di impianti sommersi o bifasici e valutando con attenzione i risultati clinici a breve e lungo termine, soprattutto n relazione all’osteointegrazione.

La necessità di ridurre il disagio del paziente e – di conseguenza – la necessità di caricare immediatamente o a breve termine gli impianti, ha richiesto di analizzare nuovamente le tecniche disponibili e permesso di rivalutare le procedure di saldatura intra-orale alla luce delle conoscenze e dei risultati ottenuti con l’evoluzione delle tecniche protesiche.

Va premesso che la procedura e la bontà dei risultati dipendono tanto dalle tecniche utilizzate quanto dall’esperienza e perizia del professionista che, di caso in caso, sceglie trattamenti e metodi più adeguati a seconda del quadro clinico. Alcuni metodi presentati e discussi di seguito possono essere considerati nei casi in cui le caratteristiche dell’osso di supporto sono tali da permettere il carico immediato; va inoltre verificata con il produttore degli impianti la saldabilità degli stessi. Le informazioni che seguono hanno valore indicativo e non sono consigli medici. Nell’identificazione dell’attuale opinione accettata fanno fede le pubblicazioni mediche di riferimento, che in questa breve introduzione non possono essere trattate in maniera estensiva e potrebbero non includere gli articoli più recenti. Fare riferimento alla sezione contatti per segnalazioni o chiarimenti.

Partendo dalle osservazioni comparative che hanno dimostrato l’equivalenza fra l’osteointegrazione ottenibile con impianti sommersi ed impianti emergenti non soggetti a traumi masticatori e protetti dall’azione della lingua (2, 3), numerosi studi si sono concentrati sui risultati a breve e medio termine ottenuti con tecniche di stabilizzazione e contenimento associati al carico immediato, soprattutto per limitare il disagio nel caso di pazienti edentuli o dove il supporto osseo è inadeguato (4).

Presentiamo di seguito alcuni degli studi rilevanti pubblicati dal 2000 ad oggi:

Una revisione della letteratura disponibile sulle procedure di saldatura intraorale, pubblicata nel 2015, conclude che, pur essendo limitate le osservazioni di lungo periodo (superiori ai 5 anni), il successo degli impianti endossei caricati immediatamente è elevato e che gli impianti monofasici presentano una maggiore affidabilità ed un minore rischio di complicazioni (5, 6). Conclude che, nel complesso, i dati relativi al successo e alla perdita ossea nel breve e medio termine sono positivi e che la saldatura endorale sembra essere efficace quando è necessaria una riabilitazione rapida (7).
Nel 2013, un’analisi compiuta su un totale di 211 impianti protesici per intere arcate realizzate in un’unica sessione chirurgica e stabilizzate tramite saldatura endorale, ha analizzato la perdita dell’osso marginale e concluso in maniera positiva circa il livello di affidabilità di tale metodo per protesi fisse ed immediate (8).
Uno studio effettuato su 1301 impianti di tipo emergente, pubblicato nel 2002 ha confrontato le tecniche per il carico immediato alternative all’uso di impianti sommersi (gli impianti caricati sono stati solo quelli in cui la ritenzione primaria era soddisfacente). Gli impianti realizzati con tecnica di saldatura endorale hanno mostrato una percentuale di successo superiore rispetto a quelli stabilizzati con corona o protesi plastiche (con e senza frame metallico) temporanee (9).
Esistono diversi casi documentati di impianti realizzati con tecniche di saldatura intraorale, la cui osservazione permette di concludere che la stabilizzazione degli impianti limita i micro-movimenti e permette di migliorare la probabilità di successo (10).

Funzionamento

L’utilizzo di fili o piattine di titanio saldati alla parte emergente dell’impianto lo stabilizza durante il periodo di osteointegrazione, soprattutto nei tre mesi che seguono l’operazione.

La saldatura intraorale utilizza una corrente ad elevata intensità per un intervallo di tempo molto breve. La macchina è costruita in modo da essere sicura per il paziente e il medico.

Il passaggio di corrente all’interno del titanio causa il rapido innalzamento di temperatura nell’area di contatto fra filo e impianto prossima alla temperatura di fusione del materiale. La rapidità del fenomeno limita al minimo lo scambio di calore con le altre aree. Un primo impulso rompe la struttura dei cristalli superficiali, il secondo causa la congiunzione fra le strutture nelle quali sono organizzati gli atomi all’interno delle due parti. La pressione della pinza permette alla corrente di unire le due parti con un processo che viene definito “sincristallizzazione”.

A seconda dei risultati e della stabilità del supporto osseo, il Professionista deciderà se mantenere la struttura saldata o rimuoverla a seguito dell’osteointegrazione degli impianti o delle necessità protesiche. La saldatura si può applicare a viti monofasiche, bifasiche, lame o aghi.

Le tecniche di saldatura intra-orale, oltre a contenere i nuovi impianti, sono di ausilio al recupero di impianti fratturati, mobilizzati, o nella stabilizzazione di protesi locali.

Alternative alla saldatura per sincristallizzazione

Un test effettuato nel 2013, su un numero limitato di campioni, mostra che la qualità della saldatura intraorale effettuata tramite laser Nd:YAG è pari o superiore a quella ottenibile con elettrosaldatura e che l’aumento di temperatura nei tessuti è inferiore (deviazione media 5°C) (11). Per contrasto, la saldatura endorale realizzata tramite sincristallizzazione necessita di attrezzature più economiche ed è di uso più immediato. Nelle prove effettuate dal nostro laboratorio è stato verificato che è possibile limitare al minimo il surriscaldamento mantenendo per alcuni secondi le pinze chiuse dopo la saldatura.

Bibliografia

1. Mondani PL, Mondani PM: The Pierluigi Mondani intraoral electric solder. Principles of development and explanation of the solder using syncrystallization – Riv Odontostomatol Implantoprotesi 1982 Jul-Aug(4), 28-32 – http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6130503

2. Pasqualini U: Le Patologie Occlusali – Masson 1993.

3. Dal Carlo L: Tongue’s Influence on the Integration of Endosseous Implants – Doctor OS Mag; 14(5): 479-484, 2003

4. Dal Carlo L: La saldatura degli impianti sommersi: oltre 12 anni di esperienza clinica – RIS Rivista Italiana di Stomatologia 2008;2:34-42

5. Barrachina-Diez JM, Tashkandi E, Stampf S, Att W (2013) Long-term outcome of one-piece implants

6. Tramonte SU, Dominici AD, Kurtzman, GM: Immediate loading with intraoral welding for improved implant stability during healing. Int J Oral Implant Clin Res 2: 85-91.

7. Andreescu CF: Survival Rate of Immediately Loaded Implants Restored using the Intraoral Welding Technique: A Literature Review. Dent Health Curr Res 1:2.

8. Degidi M, Nardi D, Piattelli A: A six-year follow-up of full-arch immediate restorations fabricated with an intraoral welding technique – Implant Dent. 2013 Jun;22(3):224-31. doi: 10.1097/ID.0b013e31829261ed. – http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23644910

9. Hruska A, Borelli P, Bordanaro AC, Marzaduri E, Hruska KL: Immediate loading implants: a clinical report of 1301 implants – J Oral Implantol. 2002;28(4):200-9 – http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12498468

10. Fogli V, Camerini M, Lauritano D, Carinci F: Success and High Predictability of Intraorally Welded Titanium Bar in the Immediate Loading Implants – Case Rep Dent. 2014;2014:215378. doi: 10.1155/2014/215378. Epub 2014 May 22 – http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24963419

11. Rossi F, Pasqualini ME, Dal Carlo L, Shulman M, Nardone M, Winkler S: Immediate Loading of Maxillary One-Piece Screw Implants Utilizing Intraoral Welding: A Case Report – J Oral Implantol. 2015 Aug;41(4):473-5. doi: 10.1563/aaid-joi-D-14-00332. Epub 2015 Feb 3 – http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25647017

 

  • New Mondani
  • Macchina
  • Pinza con molla a carica variabile ed elettrodi avvitati
  • Optional: valigia di trasporto
  • Optional: supporto per pinza
  • Optional: elettrodi a pallina